Il mio nome è ANDREA, comincia con la P ...

Prova a scrivere il mio nome
se hai abbastanza fiato.
Prova a scriverlo
su un foglio,sul muro,
con le dita sulla tastiera.
Col pensiero se è concesso.
Sei sono le lettere
sei le gocce che cadranno
sei i ricordi presi a caso tra mille
sei le espressioni
sei le punte che si conficcheranno tra le costole
sei le volte che ti fermerai
sei le scuse che inventerai.
Prova a scrivere il mio nome
se hai la mano ferma.
Prova a cancellarlo,
coprirlo, nasconderlo
controlla i brividi
camuffa i sospiri.
Prova a scrivere il mio nome
di sei lettere o forse più
tra la gente che non capirà
sarà passato un secondo
sarà sembrato un secolo.

Tiratore o bersaglio? Nessun dubbio!

E' bastato poco. Lo sapeva anche il cane che abbaiava come un ossesso per attirare la mia attenzione e mettermi in guardia nei confronti di chi a casa mia, tra le mie cose, non c'entrava niente. Il tempo di rimettere a posto i ruoli ed ecco che tutto torna come prima, nessuna sorpresa per me, nessun pacco regalo da scartare con ansia ed emozione. C'è chi ha diritto a tutto e chi si spacca il culo per niente. E così sia. Stanotte sono quello che mai avrei voluto essere ma sono libero di farlo e non mi interessa cosa potrei diventare da qui in avanti. Vaffanculo a tutti i buoni propositi e a quell'immagine di personcina a modo, adesso sono dolori. I miei e non solo. Ogn'uno ha quello che si merita ed io stanotte ne ho avuto la riprova. Stanotte e non solo perchè quelli puliti come me hanno sempre la possibilità di muoversi, sbucare dalla melma e distaccarsi senza dover chiedere scusa o permesso mentre quelli con l'anima sporca si appiccicano indissolubilmente tra loro e vivono sperando di pulirsi a vicenda. Ingoio un'altra parola che non dirò mai e mi compiaccio di essere padrone di me stesso e delle mie propensioni al resto del mondo. E non ne risparmierò per coerenza, questo lo posso promettere fin d'ora perchè ne ho sprecate tante e adesso non mi limito più, regalo carezze e frustate a chi ne vuole e a chi sa come ottenere le une invece che le altre. La legge della giungla mi fa vomitare ma si vede che ancora funziona bene anche se non mi evita di provare un senso di compassione forte. Non ho neanche fatto caso al fatto di essere caduto perchè ancora avevo i lividi di qualche incidente fa da tenere sotto osservazione; ho preso una mano e ho lasciato che mi si aiutasse a rialzarmi senza badare a chi appartenesse. E adesso sto dinuovo in piedi alla faccia di chi mi dava per morto. Certi progetti si possono portare avanti anche da soli, certi altri necessitano di un'altra persona specifica, speciale e con le stesse idee altrimenti è inutile affannarsi, tanto non riuscranno mai bene. Io ho sbagliato un colpo di brutto ma quanti ancora ne ho nel caricatore? Sapevo che prima o poi sarebbero serviti ed ho fatto bene a tenerli da parte anche quando sembrava non dovessi mai averne bisogno. Odio le armi ma se devo scegliere preferisco essere il tiratore libero di decidere autonomamente quando e come sparare che essere il bersaglio immobilizzato al palo...

Naturale evoluzione

Oggi forse sono invecchiato di colpo, ho fatto un salto in avanti non per mia volontà e mi sono spaventato per quello che ho visto. Continuiamo a perdere tempo dietro a stupide paure e non ci rendiamo conto di quanto sia bastarda la vita e quanto ci goda ad attenderci nascosta dietro il muro per bastonarci all'improvviso. Il tempo passa, ed è tutto perso quello che non ci lascia niente da raccontare o semplicemente da conservare ma soprattutto brucia come polvere da sparo strisciata sull'asfalto. E io qui a pensare ai fatti miei, se sono felice o meno, se quello che ho mi basta, se domani mi sveglierò con quel senso di malessere tipico di chi sa che dovrà ancora una volta fare a botte con chissà quale mostro invisibile per illudersi di aver ottenuto qualcosa che ha sempre tra le mani ma non riesce ancora a stringere come vorrebbe. E poi? Poi rapidamente ti si avvicina un'ombra pesante che ti si accosta all'orecchio con fare amichevole e ti sussurra cose che ti inaridiscono le sensazioni e le priorità. Non ci voglio pensare, sarebbe come cadere in un incubo che mi aveva già sfiorato. Ma di sicuro non sarà così anche se certe cose, quando ti passano così vicino ti portano sempre a vedere nero. Io sono più fortunato di tanti altri e invece di approfittarne continuo ad aggrovigliarmi in mezzo al torpore e ad avvelenarmi coi miei stessi acidi. No, non ci sto più. Non c'è niente a questo mondo che possa farmi abbassare lo sguardo se non per vergogna, e non mi capita quasi mai per fortuna. Non scrivo più messaggi in una bottiglia sperando che vengano letti, non lo faccio da tempo e mi piacerebbe che amici e nemici mi guardassero sempre negli occhi quando hanno qualcosa da dirmi. E adesso la naturale evoluzione delle cose dove mi porterà? La natura non fa prigionieri, seleziona il buono e scarta ciò che non serve più. Senza pietà. E così sarà, prima che anche il buono rischi di marcire...

Elegia del nulla

Di striscio passai
rapido d'occhio e di pensiero
per rassicurarmi che nulla fosse cambiato
che il percorso non fosse sbagliato.

Una è la strada tra i mandorli
è la mia e non si sporca di impronte
chi mi tocca la vuol conoscere
gli altri si perdono e girano in tondo.

Distante un passo eppure imprendibile
metto in conto e non ci penso
tutto scritto nel preventivo che avevo già firmato
per forza e per delusione.

Ombre di morti ancora mi oscurano?
Solo per chi non sa osservarmi
e si lascia flagellare dalla gente
senza farsi scudo con niente, verità compresa.

Porte da chiudere, porte da aprire
senza convinzione si rimane incastrati
le chiavi non servono più
e le parole neanche.

L'immagine è ricomposta
il mio lavoro è finito
ai resti penseranno gli avvoltoi
io non posso fermarmi a guardare.

La terra si scava con le mani
non con le lacrime
farlo senza sapere cosa sarà
ma con tutto già chiaro nella testa.

Elegia del nulla
nulla è stato e nulla sarà
nulla si è visto e nulla si vedrà
nulla è nato e nulla crescerà.

Bye bye Bar Elio!

In un imprecisato giorno dell'aprile del 2000 un ragazzo di 22 anni metteva piede per la prima volta in uno storico bar di Forio che aveva appena cambiato sede e si era rifatto il look vestendosi di ciliegio e blu. Quel ragazzo, in cerca di lavoro come musicista, ero io ed il bar in questione era il mitico Stany&Elio o semplicemente Bar Elio come veniva chiamato da tutti. Appena entrato mi si presentò davanti un omone baffuto: "piacere Elio" mi disse e io "cercavo proprio lei" e lui "innanzitutto dammi del tu perchè il lei può creare equivoci" e mi raccontò la barzelletta del generale e dell'appuntato in quel suo modo farfugliante e pastoso di parlare che all'inizio faticavo a capire. Io non conoscevo lui e lui non conosceva me ma ci mettemmo due minuti per entrare in sintonia e quando uscii dal bar mi sentii entusiasta e non vedevo l'ora di cominciare. Mai comunque avrei pensato che da quel momento la mia vita si sarebbe legata in maniera così forte a quel posto.

Nei nove anni che ho passato in quel locale ho potuto apprezzare persone eccezionali come Elio, Stany, Mirella che, non smetterò mai di dirlo, mi hanno trattato come un figlio e che non dimenticherò mai. Come non dimenticherò mai la sera che mi dissero che Elio era morto ed il giorno del suo funerale quando, cosa che non mi era mai successa prima e non mi è più successa dopo, mi prese un pianto isterico che non riuscivo a controllare in nessun modo. Ma gli anni al bar Elio mi hanno lasciato soprattutto tantissime cose belle e mi hanno visto crescere come persona prima che come “musicista”. Probabilmente non è ancora chiaro il perchè io stia scrivendo tutto questo a chi non conosce le ultime vicende. Il fatto è che, dopo quarant'anni, lo storico Bar Stany&Elio ha definitivamene chiuso i battenti e con lui se ne va un pezzo dei storia di Forio nonchè un pezzo di me e delle tante persone che ieri hanno partecipato al pranzo finale organizzato da Stany. Collaboratori di almeno quattro generazioni si sono ritrovati al ristorante “il Capannaccio” ed è stata una grande festa dove ovviamente gli aneddoti ed i momenti di commozione si sono sprecati. E’ stato bello reincontrare persone con le quali ho condiviso un’estate o più, che magari non vedevo da anni e che mi hanno dimostrato un affetto che non mi aspettavo davvero. Alla fine ho dovuto davvero fare ricorso a tutta la mia forza interiore per non mostrare evidenti segni di “cedimento”, soprattutto quando, nel salutarmi, Mirella mi ha abbracciato e mi ha detto “tu mi mancherai davvero tanto”. Ecco, quasi quasi mi viene da commuovermi adesso... Meglio fare un bel respiro profondo vah. Tornando a casa mi sono sentito molto più sereno e disponibile di quando ero uscito perchè questo tipo di cose mi riconciliano con la vita e mi fanno ricordare che non vale la pena avvelenarsi il sangue con rancori e sentimenti negativi quando c’è tanta gente che ti apprezza e ti vuole bene incondizionatamente e altra che è disposta a farlo o lo farà in futuro. E mi fanno anche pensare che forse qualcosa di buono l’ho fatto anch’io. Insomma so già che l’anno prossimo, ovunque io sia e qualunque cosa io faccia, sentirò che qualcosa mi manca. E quel qualcosa è il Bar Elio e quell’angolo in fondo al pàtio dove ogni sera, con movimenti quasi meccanici, andavo, toglievo il telo dalla tastiera e cominciavo a suonare fino a quando, verso l’una, Stany arrivava e diceva “Andrè fai l’ultima per Elio e jamm’ncenn!” e io attaccavo “Fridaaaa t’aggio voluto beneee” ...

(10-10-08) Egoista

E’ difficile provare a correre quando chi ti tiene la mano ha i piedi legati al cemento. E’ ancora più difficile rendersi conto che quella mano stringe molto meno della tua e non sprecherà neanche un briciolo di forza per aiutarti a rialzarti quando cadrai per la troppa fatica o la troppa foga. Sono felice di sentire un misto di nostalgia e rancore perchè mi dimostra che sono un essere umano con sentimenti veraci. Vado in giro e li porto con me senza vergogna, chi mi guarda forse può leggerli nelle mie innaturali espressioni. Il limite è stato superato e la mia mano ha perso improvvisamente vigore, ha atteso, chiesto di essere ripresa ma è stata lasciata scivolare via senza alcuna reazione. E allora sono felice altresì di aver messo da parte tutte le mie aspettative e le interminabili attese per guardare in faccia la verità e non accettare altri compromessi che altro non hanno fatto che logorare il mio equilibrio già incerto e incerottato. La sfacciata naturalezza di certi silenzi mi rattrista ma non mi sorprende più, l’imperturbabile immobilismo mentre pezzi di mondo si sgretolano e piovono da ogni parte mi darebbe da riflettere ma non lo faccio altrimenti finirei per fare dei cattivi pensieri e sinceramente di amareggiarmi ulteriormente non ne ho proprio voglia. Quello che mi resta tra le mani adesso è un sacco pieno di non si sa cosa e che non aprirò perchè ho paura contenga solo menzogne ed evidenze negate. Un secchio d’acqua gelida che ti sbatte fuori dai sogni con violenza non è una cosa piacevole ma ti evita quella fase di torpore che rischia di farti cadere dal letto quando devi alzarti in fretta. In certe situazioni la cosa più importante è capire bene dove ci si trova e dove si vuole andare per non perdere aderenza con la realtà e coerenza con le proprie idee. Ci si può perdere anche in casa propria se si sta troppo tempo con gli occhi chiusi ed io li ho serrati credendo di essere più furbo ed abile degli altri. Ed ho sbattuto la faccia e la dignità più volte fin quando mi sono stufato di non trovare mai niente di morbido su cui atterrare ed ho deciso di smetterla di prendermi in giro. In questo mare d’aria e terra in cui nuotiamo c’è molto da pescare. Io mi sento un delfino ed il problema è che i delfini sono pochi ed in via di estinzione mentre gli squali... Quindi è facile che per prendere un delfino si becchi uno squalo che non ci metterà molto a sbranarti. Ci vuole culo ma evidentemente non tutti se ne rendono conto. E’ stata dura, durissima, da ammettere e spiegare, soprattutto a me stesso. Ma alla fine dei conti chi pensa di avere il diritto di giostrare a proprio piacimento un “rapporto” in base esclusivamente alle proprie lune e senza preoccuparsi minimamente dei contraccolpi che provoca, chi si disinteressa completamente o finge di non sentire o di dimenticare i desideri e gli avvertimenti, per me ha un solo nome: Egoista. E sinceramente di un’egoista non so davvero che farmene come non so che farmene di chi non ha la voglia fremente di trascinarmi dentro il suo mondo con orgoglio. Ma qui rientrano i cattivi pensieri quindi lasciamo perdere. La bomba ad orologeria è esplosa in tutto il suo fragore e adesso bisognerà vedere dove ha fatto i danni maggiori anche se ho veramente pochi dubbi in tal senso. Sono triste, ma solo per me stesso. E non chiamatemi egoista per questo...

MINCHIA SIGNOR PREFETTO

Minchia signor Prefetto che perpetrando un errore abissale e nonostante il divieto dei sindaci per non sembrare provinciale ha tosto de...