Semplicemente sereno

Semplicemente sereno, al di sopra di ogni psicotico dejavou, mi riscopro quello che avevo lasciato qui esattamente un anno fa. Lontano parente del me stesso recente sono ripartito come una macchina col motore freddo, faticando per qualche momento e poi via liscio e senza toccare freno. Stavolta non correrò in aiuto di nessuno ed ignorerò quei messaggi telepatici che arrivano da lontano e che rimando al mittente senza pietà perchè pietà non meritano.
Ho girato con decisione ed in piena velocità rischiando di ribaltarmi o di andare a sbattere contro le mie stesse idee, ho aspettato il momento giusto senza forzarmi stupidamente quando ancora non me la sentivo e adesso sono qui, attaccato ad una strada che ha smesso di curvare. Oggi ho una faccia diversa che non inganna più nessuno e si compiace di se stessa.
Mi lascio coinvolgere ed ammaliare, accetto le sorprese del destino e seguo l'istinto senza inutili tentennamenti, tanto tutto segue un verso ed è impossibile fare previsioni o darsi dei limiti particolari.
Semplicemente sereno, mi riprendo quella parte di me che avevo dimenticato e ne faccio tesoro, prendo e do come sempre ma guardando bene tutto quello che mi accade intorno, anche se mi rendo conto che non è giusto e non deve accadere che i miei crediti passati si trasformino in debiti presenti per chi non ne ha nessuna colpa.
Semplicemente sereno, con la voglia di fare star bene che mi fa stare bene e passare attraverso a tutti gli altri facendo come se non esistessero.
Questa è la mia legge, io vivo così.

Sms

"Se ora mi chiedessero di morire per un tuo bacio lo farei..così potrei vantarmi con gli angeli del cielo di aver visto il paradiso prima di arrivarci".

Di fondo io sono un tipo ottimista, che vede sempre il lato positivo delle cose e non si piange mai addosso ma non posso negare che a volte mi capita di avere l'impressione che tutto quello che mi sta intorno faccia schifo, che la strada sia buia e che non troverò l'uscita. Spesso penso che al mondo c'è gente che ha un culo sfacciato e gente a cui invece non ne va una giusta, che io faccio parte di questi ultimi e che devo rassegnarmi a sudarmi ogni singolo granello di vita. Poi all'improvviso mi arriva un sms come questo e io quasi mi vergogno di essermi "lamentato". So di essere un tipo un pò particolare, a volte posso sembrare addirittura chiuso o restio ad espormi, altre volte sono l'esatto contrario, ho la testa che non si ferma mai ed una miriade di oggetti da mettere al proprio posto prima che mi sommergano, so di camminare con le spalle ben attaccate al muro in questo momento e so di non avere le idee chiare su cosa farò da grande e neanche su cosa farò oggi, su quello che voglio e quello che non voglio e su cosa mi fa bene e cosa mi fa male. Quello che so è che un messaggio così mi fa pensare che ogni tanto un pò di culo ce l'ho anch'io, soprattutto se a scriverlo è una persona che mi conosce appena. Capiamoci, non è la frase in se che mi fa piacere ma il pensiero, è la voglia di aprirsi senza nessun timore che mi piace. Insomma ci tenevo a dire che, se non si fosse notato, ricevere un sms così mi fa sentire bene. A prescindere da tutto.

N°6: Flashback

Sbam! Il rumore della portiera della sua macchina che avevo appena sbattuto si mischiò con la mia ultima frase: "E con questo abbiamo finito!". Quel rumore mi è rimbombato nella testa per parecchio tempo perchè è stato come se in quel preciso istante qualcosa si fosse rotto,spezzato. Sbam! Cominciai a camminare rapido verso la mia macchina che era parcheggiata lì a pochi metri e neanche feci caso che l'alba stava spuntando forse per ricordarmi che nonostante tutto il sole spunta ogni giorno fottendosene di quello che è successo il giorno precedente. Presi l'auto con la testa ancora confusa e sorpresa da tutti i controsensi che mi erano stati sbattuti in faccia come se fossero una cosa normale e tornai a casa. Avevo parlato tanto senza sapere neanche il perchè ed avevo la gola secca per cui la prima cosa che feci appena entrato in casa fu quella di andare in cucina ed attaccarmi con le labbra ad una bottiglia d'acqua. Bevvi con foga per essere sicuro che le ultime parole che avrei voluto dirle non mi rimanessero appiccicate alla laringe, posai la bottiglia sul tavolo e mi misi sedere quasi come preso da un improvviso rilassamento mentale e fisico. Sul tavolo non c'era niente, se non il block notes su cui di solito lasciavo messaggi del tipo "stanotte non torno" oppure "domani mattina svegliami" a mia mamma quando lei non c'era. L'istinto fu più forte della volontà, forse perchè nonostante le tante parole sprecate ne avevo ancora qualcuna che mi girava nello stomaco.

"Che persona sei se non sei padrona di sceglierti la vita che più ti rende felice?"

scrissi ma poi strappai il foglio e ricominciai:

"Ci sono cose che capitano una sola volta nella vita, ci sono persone che incontri per caso solo apparentemente perchè probabilmente sono state messe lì dal destino ad aspettarti. Questo è successo a me e di conseguenza a te, o viceversa. Con la tua stupida debolezza oggi tu hai dato un calcio in culo al destino per gettarti in una fogna da cui non sarai più capace di uscire. Ma l'hai deciso coscientemente e quindi ti auguro buona fortuna e soprattuto ti auguro che la tua vita sia meno triste del previsto. A me non pensare più, dimentica me e tutto quello che mi riguarda, cancella le foto, non ascoltare la mia voce registrata quando ti senti persa e non conservare le cose che ti ho regalato perchè contengono tutti i pensieri belli che avevo mentre le sceglievo per te. Dimentica le sensazioni uniche, le risate, l'amore che "con te come con nessuna mai", i baci "a fusione", le tue frasi assurde, quel senso di felicità assoluta, i miei occhi che ti mangiavano e tutto quello che abbiamo condiviso. Non cercarmi nei posti dove sai che potrei essere e non pensare a me quando capiterai in uno dei mille dove abbiamo fatto qualcosa di stupido o di stupendo e che stranamente sarà la prima cosa che ti verrà in mente. Non meravigliarti che io non ti saluti più e che nell'incrociare il mio sguardo avrai l'impressione che ti attraversi e vada oltre come se fossi una specie di entità invisibile perchè l'ipocrisia non mi appartiene e al momento mi fai pena, schifo e soprattutto molta tristezza quindi non meriti i miei occhi."
Mi fermai un secondo per guardare quel foglio pieno di parole che non riuscivo a leggere nonostante fossero lì, scritte chiaramente. Non mi sforzai oltre anche perchè mi sembrava di essere in una specie di trance che non potevo ne volevo controllare. Continuai:

"Ti consiglio di conservare solo questa lettera perchè è il testamento di qualcosa che tu hai ucciso a mani nude e che faticherai a seppellire. La pena dell'ergastolo l'hai scelta da te, e non ce ne sarebbe stata un'altra per un crimine del genere. Ognuno ha quello che si merita e paga in proporzione ai propri errori, è questione di scelte di vita e di scegliere di essere donna o femmina.
Non ti saluto così come non lo farò da oggi in avanti."


Presi una busta dalla scrivania, ci infilai il foglio dentro, la chiusi e ci scrissi su: A TE CHE ERI, SEMPLICEMENTE ERI, SOSTANZA DEI SOGNI MIEI...
Avrei voluto spedirla oppure lasciargliela sul parabrezza della macchina come avevo fatto altre mille volte ma all'improvviso focalizzai che in quella busta c'erano emozioni mie e che lei non aveva più il diritto ad accedervi. Uscii in giardino e bruciai tutto, e più la carta bruciava più la rabbia che fino a quel momento mi prendeva a pugni la pancia incessantemente sembrava svanire. Mi misi a letto e mi addormentai consapevole che il giorno successivo sarebbe stato un giorno diverso.
Oggi sono sposato, ho una bambina bellissima e vivo in una casetta col giardino ed un vialetto di pietra che lo attraversa. E lei? Vive in un angolo di mondo qualsiasi, spesso ascolta la mia voce registrata perchè la fa sentire protetta ed è sicura che uno di questi giorni mi dimenticherà, perchè è meglio così. Sbam!


NOTA: Questo racconto l'avevo già scritto quasi per intero vari giorni fa ma l'ho finito e postato solo oggi perchè ero indeciso su quello che volevo realmente dire. E' questione di "trsmettere" non di "scrivere" ed anche se secondo me ha poco senso mischiare le sensazioni di qualche giorno fa con quelle di oggi spero di aver reso la cosa decentemente leggibile.

N°5: Tango

"Laggiù nell'Arizona, terra di sogni e di chimere se una chitarra suona cantano mille capinere...". - Abbracciami in questo tango che è un pò come noi - mi disse con un tono tra il malizioso ed il malinconico. Passi sincopati e standard, poi uno scossone improvviso e giù col casquè che fa girare la testa. Lui sembra comandare, lei finge sottomissione e intanto trama. Sguardi dritti nella stessa direzione fino al fondo della sala, poi lei lo scaccia all'improvviso, lui fa per prenderla ma lei si allontana quasi a sfidarlo. Lui le volta le spalle e lei ritorna, lui resiste, poi cede e la stirnge a se. E via con un altro giro, fin quando la musica finisce. - Si, è proprio come noi - risposi - ma non so se...- Non feci in tempo a finire la frase che l'avevo già stretta ai fianchi, come fosse un movimento incondizionato. Lei ebbe un sussulto di sorpresa ma quando i nostri corpi furono schiacciati l'uno all'altro distinsi chiaramente un sospiro profondo. Avvicinai il mio viso al suo come un vero tanguero ma fu una mossa che fatalmente mi si ritorse contro perchè in un secondo ebbi chiaro quanto mi fossero mancate quelle fossette sulle guance, quegli zigomi morbidi, quelle labbra, quel profumo. Quando ballavamo il tango, noi due assieme, non ce n'era per nessuno e nessuno era come noi. - Devo, voglio baciarla! - pensai, e lo feci quando le luci furono più basse e nessuno guardava. - No..- provò a sussurrare poggiandomi la mano sul petto come se volesse allontanarmi prima di tirarmi a se e lasciarsi invadere dalle farfalline che da tanto tempo non le svolazzavano più nello stomaco. - Tu sei un pazzo, non dovevamo... - mi disse non riuscendo a trattenere un sorriso liberatorio. Mi allontanai con le sembianze di uno che la sa lunga ma in realtà avevo la necessità impellente di riprendere fiato. La gente quella notte continuò a ballare il tango, noi no...
"A mezzanotte va la ronda del piacere e nell'oscurità ognuno vuol godere... Son baci di passion, l'amor non sa tacere e questa è la canzon di mille capinere".

Principesse e schiave

Sfumature invisibili ad occhio nudo
donne con lo stesso viso
nascondono ambiguità e differenze
per casualità o volontà
spesso per debolezza.
Protette e cullate
capite, adorate, ascoltate
portate e tenute sopra la testa della gente comune
da braccia che spesso quella forza non ce l'hanno
ma che non mollano mai la presa, mai.
Principesse perchè rese tali
raccolgono i frutti in tutte le stagioni
assaporano il dolce e l'essenza
prendono e danno senza incertezze
perchè sono donne vere e si sentono complete.
Perchè sanno di essere fortunate ad avere tanto
e si sporcano anche del proprio sangue per difendere il castello.
Maltrattate, trascurate, legate
costrette a mentire e a mentirsi,
sfruttate quando serve e poi messe in un angolo
soggiogate, spesso illuse.
Schiave perchè incapaci di essere altro
raccolgono bacche in mezzo ai rovi
e succhiano pateticamente una goccia di felicità da una cannuccia.
Provano a scappare camminado,
non tagliano la corda e fingono sorpresa
quando si sentono trascinare indietro.
Rinfacciargli il tentativo di fuga ad acque calme sarà scontato
e una seconda occasione non verrà.
Principesse e schiave
la differenza sta nel non farsi fregare
da imbroglioni con l'abito buono
ed avere sempre la testa alta.
Accontentarsi è una condanna
come chiudersi in gabbia e buttare la chiave.
Principesse e schiave
ma solo le prime hanno il diritto di sognare.

Fraintendimenti

Qualcuno, più d'una persona in realtà, mi ha fatto notare che nel post "Tiratore o bersaglio? Nessun dubbio!" lasciavo chiaramente intendere di aver cercato rifugio tra le braccia di qualche "accondiscendente donnina" vogliosa di alleviare le mie pene. Chi mi consce sa che io non do mai spiegazioni riguardo a quello che scrivo ma allo stesso modo chi mi conosce non poterbbe mai pensare una cosa del genere, anche se, per carità, tutto può essere e tutto può accadere. Sono una persona libera, e per libera intendo priva di pressioni psicologiche e padrone delle proprie scelte, quindi di tutto ciò che faccio devo dare conto solo e soltanto a me stesso. Però oggi come oggi non ho bisogno di gente che mi critichi o metta bocca nei fatti miei e quindi una volta tanto do una mezza spiegazione anche se non ho voglia di dire più di tanto perchè alla fine chi sa capirmi mi capirà, anzi non avrà neanche avuto il dubbio. Forse è vero che sto cambiando ed in parte me ne accorgo anch'io però non posso essere passato da dottor Jekyll a mister Hide nel tempo di un battito di ciglia. Sono solo un cielo che sta riaccendendo piano piano le sue stelle e se a qualcuno sembra strano chi se ne frega. Quando torno a casa, alle 5e30 del mattino come adesso, o anche più tardi, dopo essermi divertito e rilassato, non dovrei mettermi a scrivere perchè a quest'ora sono troppo aperto", però non riesco a farne a meno, ne sento un bisogno incontrollabile e lo faccio anche se so che in parte non dovrei per non dare troppi punti di riferimento. Ma sta bene così, ascolto "concerto per pianoforte" di Chopin e giù parole incontrollate che non servono a nessuno se non alla mia voglia di esporre pubblicamente le mie sensazioni di una vita, un giorno o solo un attimo tutte mescolate ed inscindibili in questo momento. Ho sonno, domani accenderò un'altra stella, forse due se sono fortunato...

Un pò bene, un pò male

Un pò bene, un pò male
impasto perchè sono umano
non mi nego di aver ragione
non perdono il traditore
non discuto l'evidenza
non assorbo radiazioni negative
non fingo superiorità inutili.
Un pò bene
temprato dal coraggio di certe azioni
da farsi per non restare imbrigliati
di grinta mostro i denti
cancello dalla vista ogni segno tangibile
e sorrido per sorridermi
mi vesto di luci sfavillanti
e vado fuori senza pormi frontiere.
Un pò male
nè digerisco nè vomito
il sonno mi riempie di ansie sconosciute
che mi sorprendono indifeso
e che dirado con la forza
di chi guardava già oltre
di chi era già pronto a schivare il colpo.
Un pò bene, un pò male
nessuna domanda, molte risposte
l'inizio e la fine non si improvvisano mai
per non rovinare lo spettacolo
è tutto calcolato, pensato, fisso.
Un pò bene, un pò male
quando mi perdo mi basta fare il conto
la somma o la differenza
tra quello che ho avuto e quello che ho dato
il risultato non cambia
il mio umore si.
E me lo spiego per l'ennesima volta.
E mi basta.

MINCHIA SIGNOR PREFETTO

Minchia signor Prefetto che perpetrando un errore abissale e nonostante il divieto dei sindaci per non sembrare provinciale ha tosto de...