"Sul muro della ma stanza", Napoli 2004

Sognami
o solo pensami
per un solo attimo
senza parlare.
Nonostante gli occhi si chiudano
e i pensieri sembrino più leggeri
senti le mie mani sulle tue,
il calore che sale.
Perchè leggendo, in questo momento,
che tu lo voglia oppure no,
hai visto per un attimo
la mia brutta faccia
o sentito la mia voce.
E, anche se per poco
ho fermato il tuo fiato
e fatto parte di te.

Alle 5

Sono le 5 del mattino e di sonno neanche l'ombra. Rapidi pensieri continuano a segnare tracce indelebili tra le mie poche certezze, un respiro si alterna ad sospiro improvviso. Ho un pò di cicatrici lo so, le vedo e mi chiedo se avrei potuto evitarle anche se so benissimo che sono parte di me e delle mie mille folli corse verso chissà quale strano sogno. Cerco un pò di felicità vera da comprare o prendere a noleggio se è il caso, uno dei tanti attimi da mettere assieme agli atri per costruire qualcosa che forse già ho e senza buttare niente perchè niente è da buttare. In volo schivando gli angoli e con poca aria nei polmoni ma con tanta voglia di aprire la porta e saltare sperando che questa volta il paracadute si apra. Chi deciderà la strada? Non lo so, credo che vivrò alla giornata ancora per un pò e poi chissà, potrei suonare la campana per chi cerca giustificazioni inutili o forse essere il trapezzista che cercano in quel circo che passa di qui tutti gli anni. Sono di una razza strana io, un misto perfetto tra un lupo, un fringuello ed un anatroccolo. Se avessi un pò più di esperienza saprei darmi le risposte che cerco ed agire di conseguenza in tutte le situazioni ma così non è e quindi mi accontento di passare le giornate sfidando la sorte ogni volta che faccio un passo. Ne ho dette tante di parole impastate con tutte le benchè minime passioni e sensazioni e tante ancora ne dirò se ci sarà ancora qualcuno che pende dalle mie labbra e sa ascoltarmi facendo la faccia un pò meravigliata e un pò no. Alla prossima svolto a destra. O forse vado dritto, chissà che non sia la volta buona.

Chi porta la maschera?

Saranno solo pensieri contorti e distorti ma non posso fare a meno di chiedermelo: Chi porta la maschera? Chi non si somiglia pur essendo uguale a se stesso? Il prossimo divenire è difficile da comprendere, anche per me che ci sguazzo dentro come un bimbo che gioca nel fango. Eh si, difficile scoprire chi ride e non ghigna, chi piange e non maledice, chi abbraccia e non ti deruba di qualcosa. Perchè è questo che ci rende ostaggi delle nostre paure e che ci porta ad arrampicarci tra le radici nodose di rapporti complicati e senza un apparente senso logico.
Le persone sono proiezioni virtuali che vagano in posti affollati, le facce tutte uguali, i movimenti compassati, l'aria di chi sa. Virtuali nel mondo reale... che tristezza! E girano, si incontrano, si salutano... ti salutano... e tu non sai ancora bene come e quando ma sai che un pò ci sei dentro anche tu, quindi cominci a muoverti compassato, ad avere l'aria di chi sa. Ma la maschera no, quella proprio ti soffoca e la butti via senza neanche vedere come ti stia... perchè non ce la fai, non la sopporti, non la vuoi. Resti lì con la tua faccia struccata che quasi sembri un alieno perchè i tuoi sorrisi, i tuoi baci, i tuoi occhi tristi sono sinceri e così vuoi che siano. E tutt'intorno? Eh chissà... ma vale la pena di scoprirlo, credo. A volte basta un occhio più attento, altre lo spirito di chi sa sfidare il fuoco dell'incerto. Ti interessa qualcosa? Non saprei, ma la curiosità spesso mi inonda la logica e non posso far altro che seguirla senza obiettare. E lo faccio con leggerezza perchè alla fine avrò aggiunto un granello di sabbia al deserto del mio non-sapere. Ti interessa qualcuna? Forse. Forse... Io sono qui, puoi riconoscermi. Sono quello senza maschera.

La libertà di Ersilia

Libertà
di uscire e reincontrare se stessi
come fosse passato un solo attimo
dall'ansia dell'ignoto
e del futuro che non sarà.
Libertà
di scegliere e contare
di avere un solo passo e più strade da seguire
e non guardare indietro
e non vagare tra le foglie secche.
Libertà
di dire e non dire
aprirsi e chiudersi
destinare i propri istinti a chi non li ruba
e a chi non li frantuma.
Libertà
storie che non si trascinano più
sottili frange d'aria fresca
la notte è passata
e non tornerà.

MINCHIA SIGNOR PREFETTO

Minchia signor Prefetto che perpetrando un errore abissale e nonostante il divieto dei sindaci per non sembrare provinciale ha tosto de...