Possessività, gelosia, mancanza e domani

Eventi che si avventano su di me e mi mordono strappandomi pezzi come bestie inferocite che si spartiscono la preda. Sono stupito di sentirmi tanto sventrato e non posso fare a meno di pensarci, non posso muovermi e la cosa mi schiaccia ancora di più. Ma basterà aspettare ancora un pò, il tempo di focalizzare bene il da farsi e forse poi sarà anche peggio ma stanotte sono più consapevole di quello che voglio e non accetterò altre titubanze. Se avessi la macchina del tempo lo accelererei per essere rapidamente più vecchio di due giorni, egoisticamente, ma tant'è. Sto per farmi del male e lo faccio parlando lingue strane ma comprensibili e forse troverò un ombrello per ripararmi dal temporale che sento sta per arrivare. Lo dicono anche i pescatori "non fidatevi mai del mare perchè potrebbe ingrossarsi all'improvviso" per cui attenzione farò ma annusando l'aria e sperando di non sentire odore di niente. Bussano alla mia porta ma quando apro non trovo nessuno, solo biglietti bianchi da cui leggere tra le righe, solo pagine spaginate da ordinare ed interpretare, almeno così era fino a ieri. Domani farò in modo che sia diverso. Le cose belle possono anche uccidere, lo sto scoprendo oggi sulla mia pelle stanca di fondersi senza prospettive future e senza la volontà di mettere un punto fisso o una radice più profonda. Eventi che si avventano su di me. Ed io sopporto e mi preparo al peggio ma con la ferma intenzione di metterci la faccia e giocarmi fino all'ultima goccia del mio essere un pazzo sognatore.

Il prigioniero

Il prigioniero è schiavo, servo, succube, soggiogato. Il prigioniero non pensa con la sua mente, non ha libertà di scelta e si barcamena fingendo che anche quella squallida cella profumi di famiglia e somigli a casa. Il prigioniero mente a se stesso ogni momento e dimentica facilmente il passato che bussa spesso alla sua porta e che lui fa finta di non sentire continuando a tenere la testa bassa nella ciotola di cibo che gli passa il suo aguzzino. La sindrome di Stoccolma presto lo prende, il cervello segue vie inspiegabili, tutto quello che prima avrebbe rifiutato e ripudiato adesso lo brama e se ne vanta. Il prigioniero cambia, plagiato dagli eventi, rinchiuso per suo volere lascia trasparire un sorriso finto che non convince neanche se stesso. Il prigioniero è tristezza per chi lo osserva da fuori le sbarre con un senso di impotenza che logora, perchè non è facile accettare, perchè la persona che era difficilmente tornerà.

MINCHIA SIGNOR PREFETTO

Minchia signor Prefetto che perpetrando un errore abissale e nonostante il divieto dei sindaci per non sembrare provinciale ha tosto de...