Il prigioniero

Il prigioniero è schiavo, servo, succube, soggiogato. Il prigioniero non pensa con la sua mente, non ha libertà di scelta e si barcamena fingendo che anche quella squallida cella profumi di famiglia e somigli a casa. Il prigioniero mente a se stesso ogni momento e dimentica facilmente il passato che bussa spesso alla sua porta e che lui fa finta di non sentire continuando a tenere la testa bassa nella ciotola di cibo che gli passa il suo aguzzino. La sindrome di Stoccolma presto lo prende, il cervello segue vie inspiegabili, tutto quello che prima avrebbe rifiutato e ripudiato adesso lo brama e se ne vanta. Il prigioniero cambia, plagiato dagli eventi, rinchiuso per suo volere lascia trasparire un sorriso finto che non convince neanche se stesso. Il prigioniero è tristezza per chi lo osserva da fuori le sbarre con un senso di impotenza che logora, perchè non è facile accettare, perchè la persona che era difficilmente tornerà.

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