Oboli

Similmente non saprei
come concezione mi da brividi
un pò mi stranisce anche se brilla
in entrambi i sensi ed entrambi non esistono
forse è colpa dei miei giochi che non gioco
perchè non so divertirmi da solo
ne in più di due
perchè se parto tiro dritto e non batto in testa.
Dicevano tempo fa che l'avrei pagata
un giorno o l'altro
e invece continuano a portarmi oboli
che cambiano di valore e dimensione
facendosi beffe della mia coerenza
e nessuno c'è che mi spiega come si fa
a resistere all'essere se stessi
ed a puntare a spuntarla
senza sentirsi inspiegabilmente in errore.
Similmente sbircerei ancora un pò
di tempo farei una zattera per non annegare
e che non farebbe altro che portarmi al largo
lontano da ciò che è mio ingiustamente.
Strati sovrapponibili tengo a distanza
per evitare aderenze eventuali
sapendo che le mie mani si spaccheranno per limitarsi
chi sarà in vantaggio riceverà il suo premio
o anche no.

Il fiore

Lentamente appassisce il fiore
freddo di stelo e di corolla
finto vanesio sta tra la folla
ma nessuno ne sente l'odore.

Lentamente appassisce illuso
che il terreno possa cambiare
che qualcuno possa scavare
e riaprire un portone chiuso.

E' cresciuto tra stenti a stento
senza l'acqua a bagnar la fronte
e anche se sa dov'è la fonte
resta a sciogliersi nel cemento.

Quando il sole lo guarda in viso
e lo sfiora per un momento
con le dita gli alza il mento
è un frammento di paradiso.

E si bagna con un sorriso
che non dura più di un secondo
perchè sa che alla fine, in fondo
è soltanto calore intriso.

Lentamente appassisce il fiore
che non taglia le secche foglie
per non cedere alle sue voglie
e chinando la testa muore.

E fuori piove

Dovrei pensare di meno ed agire di più per come mi viene. Non credo di star sbagliando in niente di particolare ma ho come la sensazione che mi stia limitando in alcune cose, inconsciamente. E le mie sensazioni raramente sono senza un fondamento, anzi in realtà ultimamente mi sto spaventando di come sembrino delle previsioni scientifiche che, giorno prima o giorno dopo, si materializzano anche quando sarebbe meglio che ciò non succedesse per evitare scosse forti al mio già di per se molto instabile equilibrio psicofisico.
Il mio problema è che penso troppo prima ma soprattutto dopo e, se il pensare prima può rappresentare un modo per essere coscienzioso, il pensare dopo è un martirio a cui dovrei evitare di sottopormi perchè mi porta solo dubbi su dubbi e mi fa dare ragione e torto con alternanza ciclica che non supera il minuto.
In questo periodo mi sento davvero bene con me stesso e col resto del mondo ma ogni tanto, soprattutto in nottate come queste, dopo che ho suonato (chi mi conosce mi avrà sentito almeno una volta pronunciare la frase "quando finisco di suonare sono vulnerabile") mi capita di percepire come tutta una serie di vuoti, spazio interiore sparpagliato per il corpo che chiede di essere riempito non so da cosa.
Il fatto è che non dovrei permettere ad altri di toccarmi dietro le spalle e poi nascondersi, è un gioco vecchio e da bambini, lo so, ma ancora non ho la maturità per evitare di girarmi ogni volta. Ci penso un pò e poi me ne frego, sono fatto così mi conosco, ma non so quanto ancora possa durare la mia pazienza.
Apro e chiudo la mia testa, apro e chiudo la mia stanza e c'è un via vai di persone senza una regola e che sarebbe molto maggiore se semplicemente me ne fregassi di più e pensassi di meno.
Ma nelle notti come questa c'è qualcosa che devo riempire.
E fuori piove, non solo per me.

Premonizione

Indistinta tra la folla
ecco la mia ultima premonizione
impressione coperta a tratti
dai fori di un telo che toglie la luce
che toglie il respiro.
Inumidito ascolto
e non riesco a provare orgogliosi sensi di rivalsa
che meriterei ma che non trovo nelle mie tasche,
tiro fuori un dente o due
che mi solcano tutte le rughe d'espressione.
Perplesso ma senza impegno
ordino un'altro pezzo di dolce da offrire
senza badare ai meriti,
scarto il ruperfluo e migro ancora una volta
triste per tristezza altrui
ma adesso assai distante per distinguerne le fattezze,
i suoni, gli odori, i sapori che la memoria non mi rende.
Vedo pretesti infarciti di poco coraggio
ed è un piatto che non digerisco.

MINCHIA SIGNOR PREFETTO

Minchia signor Prefetto che perpetrando un errore abissale e nonostante il divieto dei sindaci per non sembrare provinciale ha tosto de...