L'isola che ci isola

Non ci siamo ragà, ormai quest'isola ci sta troppo stretta. Più passa il tempo più capisco che non è proprio più il caso di dannarci su questo scoglio, tanto bello e tranquillo per carità, ma anche troppo asfissiante e monotono per chi, come noi, ha voglia di ampliare gli orizzonti e non lasciarsi rinchiudere in una gabbia che ai più può sembrare dorata ma che pur sempre gabbia resta.
Io non faccio altro che pensare come sarebbe la vita altrove. Ma altrove dove? Ovunque tranne che a Napoli, perchè ormai la conosco tanto bene da poter dire che viverci è impossibile, soprattutto per colpa della gente perchè la città di per sè è bellissima. Da qualche parte al centro-Italia si. Ma da qui bisogna andarsene. Non se ne può proprio più di vagare come anime in pena in cerca di "un posto nuovo" che poi non c'è e finire sempre dalle solite parti a fare le solite cose... Una birrozza qua, una cantatina con Michele, un drink là... Uscire la sera così diventa sempre più pesante e quasi ti passa la voglia. E visto che restare in casa ci si sfotte le palle la scena diventa insopportabile. Non so voi ma io ho ancora poche cose che mi trattengono da queste parti e se cadessero anche quelle non ci penserei una volta di più. Poi si torna, perchè casa è sempre casa. O forse anche no, perchè magari casa ormai è altrove. In ogni caso si avrà la possibilità di scegliere, cosa che qui non abbiamo granchè. Intendiamoci: Io adoro quest'isola ma al momento mi va strettissima. Mi piacerebbe tornarci un domani, farci crescere i miei figli magari... Ma adesso no, adesso è tempo di andare.

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