"Lo scheletro, il rimpianto e la bomba inesplosa" ovvero: come essere uno e trino senza volerlo

Lui sta lì
rinchiuso neanche troppo bene
in un piccolo armadio della coscienza.
Pochi sanno
e forse nessuno ha interesse a tirarlo fuori
ma lo scheletro è cosa reale
lapide di un comportamento sleale
miraggio di cambiamento occultato in tutta fretta.
Come una macchia sul vestito nuovo,
sai di averla ma speri che nessuno se ne accorga.

Sarà un compagno di vita
uno da cui non ci si separa per legge
quando sembra assopito salta fuori e colpisce profondo.
Il rimpianto, quello vero, è colori che si mescolano:
rosso sangue come il dolore,
giallo pallido come il calore lontano,
bianco sporco come l’occasione persa,
grigio come il silenzio,
nero come il vuoto.
Cane addestrato
assale ed azzanna solo chi sbaglia i movimenti.
Coscientemente.

Latente
come un ordigno bellico di dubbia provenienza
da la quasi certezza che non esploderà.
Ma un bomba resta tale
e non è cosa buona seppellirla sotto casa.
Nessuna minaccia, pericolo basso
è rimasta intatta per tanto tempo
e, nonostante l’usura, tale dovrebbe rimanere.
Così dicono gli esperti.

Essere uno, essere trino
senza scomodare religioni e credenze.
Chi ha rotto pagherà nella misura proporzionale
al danno ed ai frammenti.
Chi ha rotto forse metterà i piedi sui cocci
e fingerà di non essersi accorto di nulla.

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