Stanco, e mi siedo.
Non voglio proferire parola
se non richiesta
non voglio sentire parola
se non quella di cui ho bisogno.
Isolato, e mi fermo.
Nè bene nè male
identità che ben conosco
perchè fatte di me
gestite con l'arte di chi ha imparato.
Scoperto, e mi arrendo.
Di vetro sono fatto
e mi si vede dentro, chiaramente
non nascondo niente e non lo farei
ma se mi spacco divento tagliente.
Bugiardo, e mi credo.
Di zucchero ho la bocca impastata
dispenso gioia effimera e me ne nutro
semino piante che ancora non vedo crescere
e mi emoziono lo stesso.
Instabile, e mi capisco.
Oltre il confine e ritorno
mille volte al giorno
se mi fermo perdo i sensi
e adesso non è possibile.
Sicuro, e mi spavento.
Ogni passo è un solco
ogni direzione è percorribile
in prossimità delle mie scelte
rallento solo un attimo per non dover tornare indietro.
Sereno, e mi sorrido.
Senza nessuna certezza
conosco le regole e me ne frego
tutto ciò che accade è un tassello messo
basta cianfrusaglie, accetto solo perle.
Risplendo di ignote virtù
e non ho nessuna intenzione di smettere.
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